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Uno, nessuno, centomila (odori)

Quanti odori ci sono al mondo? No, domanda stupida.

Lasciatemi riformulare.

Quanti odori può percepire l’olfatto umano?

Una frettolosa ricerca su Wikipedia vi darà come risposta circa 10.000.

D’altronde era questo che veniva comunemente ritenuto dalla comunità scientifica fino a qualche anno or sono.

Nel 2014 un team di ricercatori della “The Rockefeller University” di New York pubblica uno studio dal titolo abbastanza evocativo: “Humans can Discriminate more than one Trillion Olfactory Stimuli“.

Sì, avete capito bene: un miliardo di odori

10.000 ed 1.000.000.000: le due stime, a primo acchito, sembrano non collimare…

Ad ogni buon conto, a prescindere di quanti zeri mettiamo, un team di ricercatori del Bates college del Maine (USA) ha individuato 10 macrocategorie di odori, chiamati “clusters”.

Sia chiaro: profumo, puzza, o che altro… quello sta ai nostri recettori deciderlo.

Come si percepisce un odore è un processo individuale che non può essere descritto mediante regole universalmente valide.

Il risultato a cui è arrivato il team di cui sopra è giusto una “categorizzazione”, pubblicata in un articolo dal titolo probabilmente poco attraente per chi non ha una formazione scientifica: “Categorical Dimensions of Human Odor Descriptor Space Revealed by Non-Negative Matrix Factorization“.

Le categorie di odori elencate sono:

Fragrante: ossia quei dolci aromi che richiamano ai buquet floreali ed all’erba appena tagliata.

Legnoso: l’odore delle foglie, delle resine, degli arbusti o della corteccia degli alberi.

Fruttato: l’odore tipico della frutta appena tagliata (come quello della mela verde o della buccia di banana), ad eccezione degli agrumi

Marcio: beh, pensate agli odori peggiori in cui vi siate mai imbattuti. Ora moltiplicateli per due… Ecco cosa contiene il cluster “marcio”.

Chimico: l’odore tipico dei prodotti per l’igiene, come cloro e candeggina. Ma anche dell’ozono, della vernice o della benzina.

Rinfrescante: l’odore della menta, dell’anice e della liquirizia. Altri esempi sono la canfora e l’eucalipto

Dolce: l’odore tipico dello zucchero filato, del cioccolato, della vaniglia.

Affumicato: odore non sgradevole, ma sicuramente intenso. Appartengono a questa categoria il profumo dei popcorn, delle mandorle o del burro di arachidi. Avete presente il gusto “umami”? Beh, questo è il suo corrispettivo per il naso!

Ammuffito: si veda la categoria “marcio”, ma più sopportabile. L’odore di frutta andata a male, oppure quello della fuga di gas (che non è l’odore di metano, ma piuttosto dei “tioli”)

Agrumi: le arance, i limoni, il cedro… sono odori così particolari che necessitano di una loro categoria a parte!

In conclusione, forse l’elenco degli odori non sarà esaustivo (e ti credo… ce ne sono un miliardo!).

Quello che vi posso raccomandare è, se gestite una attività ristorativa, di munirvi di una cappa valida per aspirare gli odori ed i fumi di cottura.

Si dia il caso che io collaboro con Aluminox, azienda che le cappe le produce.

Fortuita coincidenza, nevvero?

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