Ad ogni stile di cucina, il suo genere musicale!
E le spiegazioni principali sono due: una soggettiva (riguardante il concept e l’estetica del locale) e un’altra più scientifica.
In primis: la musica crea l’atmosfera.
Non basta, infatti, avere arredi in linea con il concept del ristorante, o che il personale sia vestito adeguatamente.
Anche la musica deve avere almeno un legame con la presentazione del cibo e con l’atmosfera generale, e va scelta in base alla tipologia di clientela che si vuole attirare.
In sostanza, questa è la colonna sonora dell’intera esperienza del mangiar fuori.
E poi, la scienza: decine di articoli scientifici hanno studiato il rapporto tra musica e cibo.
Il più completo, secondo me, è “The Relationship between Music and Food Intake: A Systematic Review and Meta-Analysis” di un team di ricercatori dell’Università di Hong Kong.
La ricerca analizza 9 studi, realizzati tra il 1989 e il 2020, sfatando alcuni miti e confermando scoperte che qualcuno potrebbe trovare “poco ortodosse”.
Innanzitutto la presenza della musica aumenta la voglia di cibo. Anche se non si specifica nulla sul volume alla quale questa dovrebbe essere riprodotta, il solo fatto che ci sia ci rende più affamati.
E che dire del genere? Ebbene, è stato scoperto che la musica rock ti rende più incline al consumo di alcol (ci crederesti?); la musica classica sposta il nostro desiderio verso cibi più sani e meno calorici; il jazz ci porta a spendere di più e la musica pop a stare più attenti al denaro.
In presenza di brani dal ritmo sostenuto si è osservata una maggiore assunzione di alimenti (e, su questo, sembra esserci unanimità).
E l’Opera può aumentare il piacere del cibo.
Tuttavia, non sono un esperto di musica, ma posso consigliarti alcune buone canzoni (soprattutto rock) per la tua playlist.
E… se la tua azienda opera nel settore catering oppure hospitality, e qualora volessi usufruire dei miei servizi di copy-writing e content-writing, contattami pure!