Da dove trae la sua forza soprannaturale Braccio di Ferro?
Penso che tutti sappiamo la risposta: dagli spinaci, ovviamente.
Ci insegnano sin da bambini che gli spinaci sono salutari, gustosi e ricchi di ferro. Peccato che, però, non sono ricchi di ferro (ed anche sul “gustosi” esprimo delle riserve…).
Meglio dire, non sono una ottimale fonte di ferro: e perché ne contengono in quantità modesta, e perché il ferro contenuto è scarsamente assimilabile.
In estrema sintesi, la presenza di acido ossalico inibisce l’assimilazione del ferro.
Ma allora, da cosa nasce questo equivoco? Lo scienziato inglese T.J. Hamblin, in un articolo titolato appunto “Fake!“, pubblicato sul prestigioso British medical Journal, lo spiegò: l’errore risale al 1890, quando nel riportare il contenuto di ferro di diversi alimenti, alla voce spinaci si sbagliò a mettere la virgola. Il ferro contenuto in questa verdura passò così da 3mg a 30mg per 100 grammi.
Questo errore non poteva ingannare tutti per sempre, infatti fu scoperto da alcuni scienziati negli anni ’30.
Ma ormai era nato Popeye (1931) ed il conseguente mito degli spinaci in lattina, spremuti al suono del famosissimo jingle (vi sta suonando in testa proprio ora, eh?).
Inoltre, per via delle ristrettezze della guerra, era un abile mossa pubblicizzare degli ortaggi come fonte di ferro equiparabile alla carne rossa, un alimento di certo meno sostenibile, come diremmo oggi.
Hamblin coniò addirittura l’acronimo SPIDES (Spinach Popeye Iron Decimal Error Story), facendone una sorta di case study.
Lo SPIDES dunque spiegava al mondo come non ci si debba fidare acriticamente di quanto leggiamo, a prescindere da quanto autorevole possa essere l’autore.
Nel 2006, uno speciale della BBC individuava pure il responsabile dell’errore: tale dottor von Wolff, chimico tedesco.
Ma ecco il colpo di scena: non esiste alcun refuso. Non c’è una virgola mancante, né un disegno delle autorità per deviare i consumi in tempo di guerra.
Fu Mike Sutton, un criminologo, a sfatare questo mito, nel suo bellissimo articolo “Spinach, Iron and Popeye: Ironic lessons from biochemistry and history on the importance of healthy eating, healthy scepticism and adequate citation”
Eh sì, perché servì un criminologo per arrivare al bandolo della matassa.
Non c’era stato nessun errore dei decimali. Hamblin si limitò a mettere nero su bianco una storiella di cui aveva sentito parlare (per sua stessa ammissione).
Non nacque tutto da una svista di Von Wolff. Piuttosto, qualcuno iniziò a raccontare questa storia e, di bocca in bocca, venne assodata come fattuale senza neanche uno straccio di prova.
Che la fonte della storiella sia stato Hamblin o chi prima di lui, purtroppo, non possiamo stabilirlo con certezza.
Ma, la cosa ancora più ironica (pun intended), sapete qual è?
Il Popeye originale (quello disegnato dal suo inventore, E.C. Segar) non dice mai che la sua forza deriva dal ferro che si trova dagli spinaci.
In una vignetta del 1932, addirittura, dice che mangia gli spinaci per il loro contenuto di Vitamina A, che rende gli uomini “forti e in salute”. E questo è il punto massimo in cui il marinaio si sia mai spinto nel campo della bromatologia.
Comunque, gli spinaci fanno bene. Sono ricchi di vitamine e sali minerali. Cucinateli pure.
Meglio ancora, se con l’attrezzatura Inox Bim!