L’Unione Europea, con due Regolamenti (provvedimenti immediatamente attuabili, senza che prima debbano passare per il Parlamenti Europeo o quelli nazionali), ha dato il via libera all’utilizzo di altre due specie di insetti a scopo alimentare: l’Acheta domesticus ( il grillo domestico) e l’Alphitobius diaperionus (verme della farina minore).
Ed ho scritto “altre due specie” proprio perché non si tratta di una novità assoluta.
Infatti, tempo addietro, hanno ricevuto il via libera per il consumo alimentare due specie di insetti: la locusta migratoria e il verme giallo della farina.
Ora, non entrerò nel merito della sostenibilità, che, a leggere articoli di chi è più ferrato in materia, sembra essere il più grande vantaggio di tutta questa storia.
C’è una questione morale?
Se c’è una questione morale nel mangiare insetti, penso che sia dettata più da un certo gastronazionalismo, o sciovinismo alimentare, o che dir si voglia (eccezion fatta per coloro che abbracciano lo stile di vita vegano, ovviamente).
“Non appartengono alla cultura alimentare europea“: ebbene, i pomodori non appartenevano alla nostra cultura fino ai primi decenni dell’Ottocento. Né la patata fino alla metà del ‘700. E se andiamo a ritroso: pasta secca, melanzane, arance…
La società si evolve, e così anche la gastronomia, che accoglie cibi e tradizioni culinarie provenienti da altre parti del mondo.
“Mangiare insetti fa schifo“? Non so se hai mai visto con i tuoi occhi gli allevamenti intensivi… O se sai cosa contengono cibi tradizionali europei come l’andouillette francese, le criadillas spagnole o la pajata romana.
Quindi, perché non metterci d’accordo sul fatto che ognuno ha il diritto di mangiare quello che gli pare e piace?
Parliamo pur sempre di un allergene
Quello che mi lascia perplesso, piuttosto, è questo: da un lato l’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) ha stabilito che “il consumo della locusta migratrice non è svantaggioso dal punto di vista nutrizionale e non desta alcun problema di sicurezza per gli esseri umani“, tanto che non è necessario evidenziare la presenza di alcuni alimenti in etichetta (come avviene per gli altri 8 principali allergeni); tuttavia, la stessa Agenzia ha ammesso che “il consumo della locusta migratoria può potenzialmente portare a determinate reazioni allergiche“, e ne sconsiglia il consumo ai minori di 18 anni.
La Commissione Europea è stata incaricata di svolgere ricerche approfondite sui potenziali pericoli del consumo di questi insetti (e/o degli alimenti da essi derivati); tuttavia, si è stabilito che l’utilizzo di questi non richieda un’etichettatura speciale come per quegli alimenti contenenti uova, frutta a guscio, soia, frutti di mare, eccetera…
Ma ciò, non contravviene forse al Principio di Precauzione?
Esiste un obbligo di etichettatura speciale per gli artropodi marini… Perché non anche per quelli terrestri?