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I Romani, i Galli e “Le coq au vin”

Uno dei simboli più conosciuti al mondo della cucina francese è il coq au vin, un galletto (oppure semplicemente un pollo) marinato per lungo tempo nel vino e poi brasato. Un piatto squisito e riprodotto, nonostante sia abbastanza complicato, un po’ dappertutto.

Il piatto è, molto probabilmente, di origine tardo-medievale, per quanto le prime menzioni nei ricettari si abbiano solo a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Ma lasciamo perdere la storia, e guardiamo piuttosto alla leggenda, che risale nientemeno che ai tempi delle Guerre Galliche

Si narra che Vercingetorige, mitico capo delle tribù galliche, vedendosi assediato dalle legioni di Giulio Cesare presso la città di Alesia, inviò un galletto, uno di quelli rustici, al suo avversario come segno di sfida. Cesare in quel modo avrebbe capito quanto combattivi e tenaci erano i Galli (il popolo dico…).

Il futuro imperatore dei romani, per ricambiare, lo invitò a cena, in cui fece servire del delizioso pollame, imbevuto in una salsa rossa scura.

Dopo aver banchettato, Vercingetorige chiese a Cesare: “Cosa era quel piatto buonissimo che abbiamo mangiato stasera?”. Cesare gli rispose che era proprio il suo gallo, tenace e combattivo, marinato nel vino rosso e cotto lentamente….

Quindi, secondo la leggenda, il piatto sarebbe italiano, no?

Ma comunque, Romani, Galli, Francesi o Italiani… poco importa! Per queste ed altre lente cotture, usate le brasiere di Inox Bim!

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