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La pastasciutta non è il cibo dei combattenti

Filippo Tommaso Marinetti è stato il fondatore del “futurismo“, movimento artistico, letterario e politico, nato in Italia negli anni tra le due guerre.

Il futurismo sosteneva la modernità, l’industrialismo, la guerra, unitamente ai valori di virilità, giovinezza e coraggio. Insomma, la nascita di un uomo nuovo e moderno.

Marinetti, seguendo un nesso logico abbastanza bizzarro, propose di abolire la pasta. Il poeta/ideologo riteneva infatti questa una delle peggiori debolezze degli italiani.

Scomodò addirittura Mussolini, chiedendogli di considerare una legge per bandirla dalla tavole.

Secondo le sue stesse parole: “La pasta uccide l’animo nobile, virile e guerriero degli italiani“.

E soprattutto uno dei suoi slogan più famosi: “La pastasciutta non è il cibo dei combattenti“.

Non passò molto tempo prima che Marinetti fosse fotografato al Biffi, un ristorante di Milano, davanti un piatto colmo di spaghetti fumanti.

Purtroppo per Marinetti, molti censori fascisti adoravano la pasta. E questi approfittarono volentieri dell’occasione per mettere in ridicolo l’intransigente avversario della semola di grano duro, colto in flagrante mentre danneggiava deliberatamente il suo “animo nobile, virile e guerriero“.

Da qui una cascata di versi canzonatori bersagliò il povero Marinetti. Tra tutti, quello del celebre scrittore Petrolini:

“Marinetti dice Basta! / Messa al bando sia la pasta / Poi si scopre Marinetti / che divora gli spaghetti!”

In conclusione, che tu ti senta un combattente o no, non importa.

Mangia pasta, e tieni presente che posso fornirti un’ottima attrezzatura per cucinarla!

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