cateringequipment, Virdex News

La singolare storia della lavastoviglie

La lavastoviglie ha, a mio parere, una storia che vale la pena raccontare!

Per primo arrivò Joel

Proprio a metà del XIX secolo, il signor Joel Hughton, un newyorkese di cui i libri di storia danno poche informazioni, depositò un brevetto per la sua nuova invenzione, chiamata “Table furniture cleaning machine“, che tradotto suona più o meno come “Macchina per la pulizia delle stoviglie da tavola”.

La rivista Scientific American salutò l’invenzione dichiarando che avrebbe “evitato un sacco di problemi alle donne”.

Stiamo parlando di una attrezzatura oltremodo diversa da quella che conosciamo oggi. Azionata manualmente, e piuttosto faticosa da far funzionare.

Certo, lavare i piatti a mano senza acqua corrente non era certo divertente.

Ma l’invenzione del signor Houghton era poco più che un barile di ferro che definire “poco pratico” sarebbe un eufemismo; adagiato su un’impalcatura di tubi (simile a una betoniera di oggi) in cui l’acqua bollente doveva essere gettata con dei secchi. Insomma, non proprio il massimo della comodità.

La sua invenzione non ebbe affatto successo. Forse è per questo che a Joel i libri di storia non lo menzionano…

Poi arrivò Levi

Un altro inventore, Levi Alexander, ci riprovò nel 1865, 15 anni dopo. Aggiunse delle manovelle e degli ingranaggi alla macchina di Houghton, per far sì che i piatti nel cestello girassero a contatto con dell’acqua. Ancora una volta però, la fortuna commerciale non arrivò.

In effetti, la società probabilmente non era pronta per questo genere di novità.

La percezione comune era che un’innovazione del genere, che mirava ad alleggerire il lavoro della casalinga, avrebbe finito per sminuire il ruolo dell’angelo del focolare.

Ho la sensazione che questa percezione fosse particolarmente comune tra gli uomini…

Ed infine, Josephine!

Tuttavia, qualche anno dopo, Josephine Cochrane, una donna dell’alta società con un debole per le cene, non poteva più sopportare che i suoi domestici si prendessero così poca cura nel lavare il suo servizio buono in porcellana. Esasperata dai falliti tentativi dei suoi due predecessori, la leggenda narra che affermò:

“Se nessun altro inventerà una lavastoviglie, lo farò io”.

Josephine aveva la “forma mentis“, provenendo da una famiglia di ingegneri e innovatori. E anche un valido assistente: l’ingegnere George Butters.

Tuttavia, ciò che presto mancò fu la liquidità.

Quando suo marito morì (nel 1883), scoprì con costernazione che, nonostante la vita agiata che aveva condotto fino a quel momento, erano sommersi dai debiti.

Complimenti alla vedova per non essersi arresa!

Josephine riuscì a ottenere, nel 1886, il brevetto per la sua “lavastoviglie”: questa aveva ora degli “scomparti” appositamente progettati per tazze, piatti, bicchieri e quant’altro.

“Un flusso continuo di sapone ed acqua calda pulita viene spinto in una cassa che contiene i cestelli contenenti le stoviglie; nel frattempo, detta cassa viene ruotata in modo da portare la maggior parte di esse sotto l’azione dell’acqua”.

Questa volta arrivò il successo commerciale.

Anche se i clienti erano solo hotel e ristoranti.

Per vedere la lavastoviglie nelle case, dovemmo aspettare fino a dopo la seconda guerra mondiale.

Ma questa è un’altra storia.

A me piacciono di più le storie sulle attrezzature per la ristorazione professionale!

A proposito… se volete le storie anche per la vostra attività, contattatemi pure!

Related Posts