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Cucina povera

Quella che viene chiamata cucina povera (in altre lingue anche “cibo del contadino”) è il miglior esempio storico di creatività in cucina.

Essa è stata affinata nel corso dei secoli da poveri contadini e braccianti, utilizzando ciò che questi riuscivano a raccogliere nell’orto, oppure a prelevare (non sempre con il permesso) dalle cucine dei Signori.

Sebbene la maggior parte di questi piatti abbia origine nel tardo medioevo, alcuni non hanno una traccia storica precisa (vedi l’inglese “Black Pudding”, o lo spagnolo “Gazpacho”, o il “Taco” dal Messico).

Nella foto allegata, uno splendido esempio: la ribollita, piatto nato in Toscana nel periodo rinascimentale.

Mentre i Medici ed i Borgia tramavano intrighi e omicidi, e Leonardo e Michelangelo producevano immortali opere d’arte, i contadini si spaccavano la schiena nei campi per permettere tutto ciò.

E poiché l’ingegno non era prerogativa esclusiva delle “botteghe degli artisti”, nella campagna fuori Firenze i contadini inventarono la “ribollita”, una zuppa il cui nome svela come è fatta: bollita più volte.

Questa veniva preparata solitamente in un grande calderone comune, fatto con cavoli e verdure di vario genere, oltre al pane raffermo avanzato dai banchetti dei ricchi nobili.

La zuppa veniva cucinata più volte durante la settimana, magari aggiungendo ogni volta un ingrediente nuovo. E ogni volta, ad ogni “bollitura”, aveva un sapore via via migliore.

In conclusione: se vuoi vivere un po’ di Rinascimento nella cucina del tuo ristorante, ho l’attrezzatura giusta per te.

Altrimenti… cucina la ribollita dove vuoi. È sempre deliziosa. E facile da fare!

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