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Il suono della parola “induzione”

Se c’era una cosa che Michael Faraday proprio non sopportava, questa era la cacofonia: la sensazione spiacevole che si prova nell’ascoltare parole dal suono poco armonioso.

L’eminente scienziato incaricò il suo amico, William Whewell (che oltre ad essere lui stesso uno scienziato era anche un vero e proprio “paroliere”) di trovare i termini ormai necessari in quella scienza che stavano gradualmente scoprendo: l’elettromagnetismo.

E fu così che nacquero i termini: “diamagnetismo“, “elettrodo“, “anodo“, “ioni” (“anioni” e “cationi“).

Non riusciva a decidere tra “catodo” e “skaiode“. Alla fine si decise per il primo (anche se sono sicuro che siamo tutti d’accordo che il secondo termine è molto più figo).

E “Bicarburo di idrogeno”, che suonava magnificamente. Ma qualche guastafeste decise che “benzene” fosse più appropriato…

E come voleva essere chiamato Michael? Non “fisico” di sicuro. Disprezzava, secondo le sue stesse parole, “l’affetto di tre suoni separati di i” che si riscontrano nel termine inglese (physicist, appunto).

Nei suoi ultimi anni, gli fu offerto un cavalierato dalla regina Vittoria in persona. Faraday rifiutò l’offerta.

Disse che era contento del modo in cui suonava all’orecchio il semplice “signor Faraday”.

Nella foto, il piano cottura a induzione Inox Bim, che riscalda pentole e tegami grazie alla legge di induzione di Faraday.

E che non suona nemmeno male.

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