La Cappa a compensazione è ideale soprattutto per tutte quelle attività di grande ristorazione, in cui vi è un’ampia produzione, ed i volumi d’aria da dover aspirare sono elevati.
Sapete cosa? Io dico che ci dovrebbe essere in ogni cucina di medio-grandi dimensioni.
Sì, una dichiarazione forse un po’ audace, ma, di sicuro, non azzardata!
Partiamo innanzitutto dalla definizione: una Cappa a compensazione è chiamata csì perché, appunto, compensa l’aria che aspira, immettendo aria che preleva, dall’esterno o dalla cucina stessa.
Il suo funzionamento non è oltremodo complicato (almeno, da spiegare a parole!): un apposito sistema forza aria esterna all’interno della cappa, che viene riemessa in ambiente.
Questo compensa, per quanto non pienamente, le fumane di cottura aspirate dalla cappa stessa.
Non compensa pienamente al 100% dicevamo. Ma c’è un motivo!
Il locale viene sempre tenuto in depressione: questa impedisce alle fumane ed agli odori di “evadere”, lasciandoli quindi confinati in cucina finché non vengono aspirati.
Ma non sono finiti qui i vantaggi!
La riduzione della superficie di uscita, provocando un forte incremento di velocità dell’aria dentro la cappa, crea il cosiddetto effetto induttivo, il quale trascina i fumi e gli odori verso i filtri con minima dispersione.
L’aspirazione dei fumi di cottura, così facilitata, evita di dover sostituire grandi quantità di aria, riducendo così sostanzialmente i relativi costi di climatizzazione o riscaldamento.
Per usare il gergo tecnico appropriato:
“essa riduce il disavanzo aeraulico creato tramite i due tunnel di reintegro”.
Lo so… difficile per chi non è del settore.
Ma sapete chi queste cose le mastica quotidianamente?
I ragazzi di Aluminox, azienda produttrice di cappe in per la ristorazione professionale! Per qualsiasi dubbio sull’argomento, chiedete pure!