Niels Finsen, un brillante studente di medicina danese, era afflitto da una maledizione. Una demenza degenerativa del lobo frontotemporale, che verrà, da lì a poco, battezzata “Malattia di Pick”.
Niels però era anche tenace, oltre che dotato di una enorme curiosità scientifica.
Scoprì, durante quei pomeriggi di riposo forzato al sole prescrittigli dal medico, che i raggi diretti gli davano energia; decise quindi di studiare il fenomeno scientificamente.
Fu così che, dopo anni di dati, esposizioni ed esperimenti in prima persona, egli aprì la strada verso la scoperta dei raggi ultra violetti, e della capacità che questi avevano di disattivare il DNA di batteri, virus e altri agenti patogeni, distruggendo la loro capacità di moltiplicarsi e causare malattie.
Ecco, ora facciamo un salto avanti nel tempo. E cambiamo argomento: parliamo dell’utilizzo delle lampade UV nel settore della ristorazione!
Nello specifico, di lampade UV-C nell’aspirazione!
La luce UV-C, come si intuisce facilmente dalle premesse, inibisce la crescita e la riproduzione di germi e batteri.
L’aria esausta viene irradiata dalle lampade UV-C, montate vicino alla batteria di filtraggio. Queste lampade, solidali con il ventilatore, sanificano e riducono i microrganismi presenti nell’aria.
Ma vi è di più: le emanazioni di raggi UV-C, a contatto con l’aria, generano ozono.
Questo, oltre a fungere questo da ulteriore battericida, elimina il cattivo odore prodotto dall’aria espulsa dal grasso cucinato.
L’aria, così trattata, passa attraverso un filtro TIOX. Detto filtro, grazie al suo rivestimento in biossido di titanio, aumenta l’efficacia dell’effetto germicida delle lampade. Il biossido di titanio è infatti un foto-catalizzatore, che rallenta il flusso dell’aria di scarico, aumentando il tempo di contatto.
Per saperne di più, contattate Aluminox, produttore di cappe per la ristorazione professionale.
Cappe prodotte interamente in Italia!