Ci si trova davanti ad un caso di poligenesi quando si ha un fenomeno che non è nato da un’unica causa, ma si è piuttosto evoluto in più linee indipendenti l’una dall’altra.
Che c’entra?
Beh, ci arrivo… i dumplings (nome internazionale generico della pasta ripiena) sono nati attraverso la poligenesi.
Quei pezzi di pasta cotta, riempiti con un ripieno (che sia carne, pesce o verdure, non importa) non hanno un’origine.
O meglio, ne hanno molte. Che differiscono nei tempi e nei luoghi.
È difficile tracciare una mappa, sia per le limitate e per lo più non verificabili informazioni storiche, sia per le innumerevoli versioni presenti in ogni angolo del mondo.
Ci sono i Jiaozi della Cina, i Pirog delle popolazioni slave, i Ravioli italiani (e le loro innumerevoli varianti regionali), i Manti turchi, i Tamale della Mesoamerica precolombiana.
Insomma, avrete capito: ce ne sono tantissimi… non posso citarli tutti!
Ma sapete qual è la cosa più buffa?
La storia del cibo è piena di poligenesi.
Esattamente come gli spaghetti e le tagliatelle, visto che di pasta si parla (lasciamo perdere quella sciocchezza di Marco Polo che porta gli spaghetti dalla Cina…).
La morale è: il gastronazionalismo è stupido.
Un alimento non deve necessariamente essere migliore in una parte del mondo solo perché è stato (presumibilmente) inventato lì.
Né sei più bravo a cucinare qualcosa solo perché è il piatto nazionale del tuo paese.
Figurati: sono italiano, e continuo a sbagliare le dosi del Tiramisù…
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