L’intelligenza artificiale è in grado di cucinare?
Innanzitutto: bisogna fare una distinzione tra la creazione di una ricetta e la sua esecuzione pratica.
Paradossalmente, l’analogia più utilizzata per definire l’algoritmo è proprio la “ricetta”: gli ingredienti sono gli input; i vari passaggi come tagliare, mescolare e quant’altro fanno parte di una flow-chart; e, infine, i goals, ossia gli obiettivi da raggiungere.
Pertanto, è una conseguenza più che ovvia che la creazione di una ricetta sia oltremodo semplice per l’AI.
Comunque… che tipo di risultati ne vengono fuori?
In un video virale su YouTube, lo chef Joshua Weissman ha sfidato GPT a scrivere tre ricette: hamburger, pollo fritto e biscotti con gocce di cioccolato.
La giuria degli assaggiatori (bendati, ovviamente) ha decretato una vittoria schiacciante dello chef umano.
Considerando che è stato proprio l’umano a organizzare la sfida e a postarla sul suo canale YouTube, beh, mi sarei stupito di un esito diverso!
Ma ora la seconda domanda: l’intelligenza artificiale può creare fisicamente una ricetta?
L’esperimento è stato condotto da un team di ricercatori dell’Università di Cambridge, guidati dal dottor Grzegorz Sochacki.
Ad uno chef robot, inizialmente non programmato per il compito, sono state mostrate 8 video ricette (semplici video, creati proprio per questo scopo).
Il robot è riuscito a decifrare procedimenti e ingredienti con un certo successo: su 16 video visualizzati, il robot ha riconosciuto la ricetta corretta nel 93% dei casi, comprendendo le azioni dello chef umano nell’83% dei casi, oltre ad averla colta” sfumature” come leggere variazioni ed errori nei dosaggi.
Alla fine, il robot è riuscito a creare una ricetta da zero, sfruttando la sua abilità di “Incremental Learning”.
Quindi? Licenziamo tutti gli chef del mondo e lasciamo cucinare l’intelligenza artificiale?
Oh no… il sistema è ancora a un livello rudimentale.
Come ha sottolineato il dottor Sochacki:
“Il robot lo ha fatto su scala piuttosto limitata e con una varietà limitata di piatti”.
Ed i piatti in questione erano insalate, non certo creazioni da haute cuisine.
Inoltre il sistema non sarebbe in grado, in questa fase, di seguire una videoricetta più complicata, come quelle che si trovano in rete.
Quindi, riassumiamo: questo è un ottimo punto di partenza.
Tuttavia, in un piatto c’è molto di più di un semplice algoritmo.
Creatività, emozioni e istinto non sono appannaggio dei computer.
Almeno non ancora…
In conclusione… qualora la vostra azienda operi nel settore catering oppure hospitality e vogliate usufruire dei miei servizi di copy-writing e content-writing, contattatemi pure!