La Guerra Fredda è finita, ormai, molti anni fa.
Insieme ad essa è caduta quella cortina di ferro che divideva le popolazioni europee.
Ma c’è un’altra cortina, che, fortunatamente, non ha più nulla a che fare con la geopolitica e le ideologie.
Una cortina lipidica, se posso parafrasare.
E questo, non taglia più il vecchio continente verticalmente, bensì orizzontalmente.
Essa divide infatti le cucine nazionali in base a quale sia l’alimento base più utilizzato: il burro è più popolare nelle areee dell’Europa centrale, Europa dell’Est, Isole Britanniche e Scandinavia; l’olio d’oliva, invece, la fa da padrone nell’area del Mediterraneo, dei Balcani e del Medio Oriente.
Entrambi i cibi sono elementi chiave di molte cucine tradizionali, ed entrambi sono nati (più o meno) nello stesso periodo e nella stessa macroregione del mondo.
Ma quando è nata allora questa divisione?
Il processo di lavorazione del burro richiede un certo clima, abbastanza fresco, tipico delle regioni montuose o delle regioni più settentrionali d’Europa. A differenza dell’olivo, cultivar che ha prosperato nelle regioni che si affacciano sul Mediterraneo.
Possiamo quindi dire che la prima divisione ha radici geografiche.
Con il passare dei secoli e l’evoluzione delle società sono comparse le divisioni culturali.
Greci e Romani, fondamentalmente snob anche in fatto di abitudini alimentari, consideravano il burro nient’altro che un cosmetico femminile (per ironia della sorte pensavano lo stesso di un’altra bevanda diffusa al nord: la birra).
Da qui il rifiuto di integrare quell’ingrediente nella loro cucina.
Nel Medioevo la Chiesa si oppose al burro, considerato un alimento oltremodo grasso e non conforme alle regole del digiuno e della Quaresima. Fino a quando non venne inventata una tassa di assoluzione, per cui i Fedeli potevano mangiare burro senza il timore di essere dannati per l’eternità.
Come funzionava questa tassa? Giusto un piccolo omaggio, da pagare direttamente al loro Parroco locale.
La cosa fece incazzare non poco Martin Lutero: il monaco iniziatore della Riforma affermò che “A Roma si fanno beffe del digiuno mentre ci costringono a consumare l’olio d’oliva, che loro non userebbero nemmeno per ungere il cuoio delle loro scarpe. E ci vendono il permesso di mangiare il burro. Mangiare burro ci sembra più grave che mentire, bestemmiare o commettere atti impuri.”
Nei secoli successivi, dove si susseguirono migrazioni, conflitti, cambiamenti di confini e quant’altro, l’olio e il burro continuarono ad essere sostituti più che complementari: ciò è dovuto più che altro alle tradizioni culinarie, dato che la tecnologia di trasporto e conservazione delle alimenti li rese entrambi ampiamente disponibili ovunque in Europa.
Quindi usi più burro o olio d’oliva? Immagino che dipenda principalmente da cosa stai cucinando, giusto?
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