Ecco in foto un bel piatto di pollo con potpourri di verdure.
Potpourri, che nome orecchiabile , vero?
Esatto, sto per iniziare un post noioso e pedante sull’origine di questa parola…
Esso nasce nella Spagna medievale: olla potrida, letteralmente “pentola marcia”. Nome non certo attraente per del cibo…
Comunque: quella della olla potrida non era una ricetta, bensì un sapiente mix di carne e verdure di stagione (oppure legumi), che veniva cucinato a fiamma bassa per lungo tempo.
Ciò fa sì che le verdure si sfacciano e la carne si ammorbidisca (per lo scioglimento del tessuto connettivo).
Quindi buono sì, ma che all’occhio poteva sembrare, per dirlo papale papale, che stava per marcire!
La olla potrida ebbe una immensa fortuna sia nelle campagne che nei banchetti dei più abbienti, tanto da essere citata in due pietre miliari della letteratura mondiale: il Don Chisciotte di Cervantes e Il Conte di Montecristo di Dumas (Padre).
Il termine venne tradotto in francese; presto finì per per indicare non solo la pietanza, ma anche un mix di fiori secchi ed oli essenziali, raccolti in una ciotola di terracotta o legno, usati per profumare gli armadi o gli ambienti.
Oggi il termine potpourri è usato in diverse lingue ad indicare prevalentemente la composizione floreale, ma anche un insieme largo e variegato di cose.
Anche cibo, proprio come si faceva nella Spagna dei Cavalieri, dei Mori, e dei mulini a vento.
Comunque, qualunque potpourri vorrete portare a tavola, sappiate che posso fornire l’attrezzatura adatta!
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