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Polpette preistoriche

Le polpette sono un piatto comune in molte tradizioni culinarie del mondo.

A partire dalle polpette nostrane (coniugate in decine di modi diversi a seconda della Regione), e le loro cugine, come le spagnole Albondigas e le Boulets belghe.

Poi le Kofta, polpette di carne ovina, diffuse in tutta l’area del Mediterraneo nelle sue molteplici varianti: le Köfte della Turchia (considerato dagli utenti di TasteAtlas come le migliori al mondo), le Kefta Mkaouara marocchine, le Keftedes dalla Grecia, e così via.

Andando verso nord: le Frikadeller danesi (che personalmente adoro!) e uno dei best-sellers dell’Ikea: le Köttbullar svedesi.

E spostandoci verso l’Oriente: le Bakso dall’Indonesia, le cantonesi Niúwán, le Tsukune del Giappone…

Avrete capito che, dovessi continuare, la lista sarebbe infinita.

Comunque, scommetto che non avete mai visto prima una polpetta fatta di carne di mammut.

Sì, di Mammut: un animale estinto più di due milioni di anni fa…

L’ingrediente della polpetta è carne coltivata in laboratorio dall’azienda australiana Vow.

La polpetta è stata fatta con cellule di pecora, nel quale è stato inserito un singolo gene di mammut, la mioglobina.

Questa proteina è, come ha affermato il CSO dell’azienda, “responsabile dell’aroma, del colore e del gusto della carne“. Le sequenze di DNA mancanti sono state integrate con la sequenza genetica del parente vivente più prossimo del Mammut, l’elefante africano.

Il risultato è questa grossa polpetta che vedete in foto.
Bella da vedere, sì. Ma dichiarata “non per il consumo alimentare“.

Quindi, sì: carne coltivata (forgiata, come dicono in Vow).

Un argomento controverso, per quanto possa sembrare il futuro. O, in questo caso, il passato remoto.

In conclusione: qualsiasi tipo di carne tu scelga per cucinare le tue polpette, ho l’attrezzatura giusta per te!

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