Quindi, parliamo di colazione.
Più precisamente, delle due tipologie di colazione più famose tra i viaggiatori di tutto il mondo: “full breakfast” e “continental“.
L’etimologia della parola inglese mostra il suo significato originario: “breaking the fast”, ovvero “rompere il digiuno”.
E poiché il digiuno era considerata come pratica onorevole dalla dottrina cattolica, la colazione era disapprovata dalla Chiesa.
Certo, era tollerato che bambini, malati e lavoratori dei campi consumassero un pasto mattutino. Ma probabilmente l’ostracismo religioso ne ha rallentato la diffusione.
Fu al tempo della rivoluzione industriale, di cui l’Inghilterra fu il luogo d’origine, che la colazione assunse la sua importanza vitale (anche i padroni delle fabbriche consigliavano agli operai di mangiare bene prima di entrare in fabbrica, così da essere produttivi per dodici o più ore di lavoro).
Un pasto abbondante, per lo più a base di salumi, formaggi, uova e porridge.
Nacque così la full breakfast, conosciuta oggi anche come British breakfast, American Breakfast, o Scottish Breakfast (a seconda del paese anglosassone in cui ci si trova).
E che dire di quella che nel gergo internazionale della hospitality si chiama “continental breakfast“?
Questa è una storia un po’ più complicata…
Fino a poco tempo fa, sembra che la colazione in Europa non fosse considerata un vero e proprio pasto.
Una bevanda calda e zuccherata veniva bevuta con un semplice boccone (dolce, il più delle volte). Ma sembra che la tradizione del pasto mattutino sia nata dall’usanza militare in uso negli eserciti nazionali durante le prime guerre moderne, a cavallo tra XIX e XX secolo, quando ai soldati veniva distribuita una razione mattutina di biscotti, caffè, latte e zucchero.
Poi, in tempo di pace, tale tradizione venne adottata dai civili, e la tipica colazione si arricchì di dolci sempre più elaborati.
Per concludere, nella foto qui sotto potete vedere squisiti croissant e altri tipi di pasticceria, lievitati con l’armadio fermalievita di Inox Bim.
(Foto concessa dalla Pasticceria “Roby e Giovy” di Pesaro)