Harry Brearley forse non è un nome che richiama subito un immagine, almeno a coloro che non sono degli esperti di storia industriale.
Metallurgista, nato e cresciuto a Sheffield, nel Regno Unito, tra il XIX e il XX secolo. Il giovane Harry imparò l’arte di lavorare il metallo da suo padre quando aveva solo 12 anni. Non qualcosa di insolito in una città all’epoca riconosciuta come la capitale europea della metallurgia.
Durante il periodo immediatamente precedente alla Grande Guerra, i governi dei paesi occidentali stavano spendendo una parte enorme del loro budget in spese militari. La produzione di armi era potenzialmente una grande fonte di reddito per le aziende metallurgiche.
Harry decise quindi di ricercare un nuovo materiale per le canne di pistole e fucili, visto che il mercato richiedeva insistentemente dei materiali più resistenti all’erosione dovuta alle alte temperature.
Un giorno, fu sorpreso da una lega in particolare. Quando stava per immergere questa in un acido minerale altamente corrosivo (al fine di testarne la resistenza), scoprì che era eccessivamente resistente a molte soluzioni acide.
Ed ecco l’idea di Brearley: testare quel materiale su quegli acidi molto comuni in una cucina, come l’aceto, il pomodoro, il succo di limone; questo nuovo materiale poteva risultare molto più redditizio se utilizzato per posate, padelle ed altri tipi di attrezzature per la ristorazione.
Finalmente un nuovo materiale che che non arrugginiva!
Et voilà, nacque l’Acciaio inossidabile: il materiale che rappresenta, sin da allora, la spina dorsale del business delle attrezzature per il catering!